1 thought on “L’Esame giapponese JLPT non è l’obiettivo primario

  1. Articolo interessante a cui voglio aggiungere del mio!
    L’esame del JLPT è a suo modo particolare. Il livello massimo (l’N1, che proverò questo dicembre) è considerato un semplice livello B1, ma leggendo varie opinioni è a sua volta un esame difficile, con percentuali di riuscita di passaggio veramente basse. Che tu abbia la fluency orale o meno, per ottenere quel pezzo di carta serve un’impegno serio nello studio della lingua, serve leggere qualcosa ogni giorno (saggi, articoli di giornale, romanzi, visual novel e light novel), il tutto protratto per anni. In più il test JLPT non solo mira a verificare la tua conoscenza di vocaboli, grammatica, ascolto e comprensione del testo, ma anche la tua capacità a risolvere il test stesso in un lasso di tempo ristretto. Consiglio infatti di fare qualche mock test prima dell’esame reale, così da capire meglio come gestire i 110 minuti della prima parte del test. Riguardo alle capacità di parlare e scrivere (l’output insomma), concordo che siano le vere skills necessarie per trovare un lavoro legato alla lingua giapponese MA un parlante con n3 (come quello che ho ottenuto io nel 2022) che sa interagire in di giapponese avrà comunque un vocabolo ristrettissimo con cui potersi esprimere rispetto ad un possessore di n1 che inizia l’esperienza di output da zero. Quest’ultimo secondo me ha ovviamente potenzialità di crescita di gran lunga più alte, avendo memorizzato migliaia e migliaia di vocaboli semplicemente grazie alla lettura e all’ascolto che ha fatto nel corso di anni di studio!

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